Gino Rossi come Giotto, Giorgione e Modigliani

COMUNICATO.

Ostracismo, il termine condensa quanto sinora tramandato ad una disattenta stampa locale dagli esperti, dall’establishment delle opere di Gino Rossi riguardo questi nuovissimi studi scientifici oggi sopravvenuti nelle opere di questo sofferto artista e nel campo dell’arte internazionale.
“…Colui che vede le scie chimiche nel cielo…”, con questa definizione furono descritte, dai due maggiori esperti delle opere di Gino Rossi, le mie ricerche, gli studi scientifici da me apportati alle opere di Gino Rossi inserite nel grande volume, (600 pagine a colori) ‘GINO ROSSI-CATALOGO RAGIONATO’, edizioni Grafiche Antiga 2014.
Arturo Martini sostenne, confidandosi con Giuseppe Marchiori all’indomani del primo ricovero del povero Rossi in manicomio: “…era più pittore di Modigliani…”.
Vi è allora da chiedersi il perché egli ebbe a dire questo, Amedeo Modigliani come tutti noi sappiamo, fu ed è tutt’oggi uno dei maggiori artisti del Novecento italiano nel mondo, gli eredi dell'artista, l'Istituto Amedeo Modigliani, che opera sotto il patrocinio del ministero dei Beni culturali, le sovrintendenze, in collaborazione con il Nucleo tutela patrimonio artistico dell'Arma dei carabinieri, nel corso delle approfondite indagini scientifiche alle quali ha sottoposto l'opera di Modigliani ‘ Femme fatale’, prima della sua esposizione nella sua sede di "Casa Modigliani", nella città del Festival, ha infatti scoperto diverse "impronte" grafiche nascoste nel disegno quali segni identificativi univoci certamente eseguiti dall'artista livornese. Sono risultati "ben leggibili" definendo la scoperta ‘clamorosa’, (Ansa luglio 2018).
Questo clamoroso risultato è stato reso possibile dagli studi e pubblicazioni da me fatte quasi un anno prima su questo grande artista livornese e si aggiunge alle altre clamorose scoperte accademiche avvenute di recente nelle opere di: Giottvs, Michelangelo, Leonardvs da Vinci, Botticelli, Tintoretto, Caravaggio e Goustave Courbet.
I nuovi studi scientifici nel campo dell’arte, ‘Il metodo Buso’, approdano ora alle opere di Giotto della Cappella degli Scrovegni a Padova e in quelle della Basilica Superiore ad Assisi. Il convegno “GIOTTO SI RIVELA”, patrocinato dalla Regione Umbria, dal Comune di Assisi e dalle molteplici Associazioni del posto è previsto per sabato 10 novembre 2018 presso la Domus Pacis a Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Coordinatore e presentatore dell’evento è il Prof. Giovanni Zavarella, interverranno il Presidente della Regione Umbria, della Provincia di Assisi, il sindaco del Comune di Assisi e i vari Presidenti delle Associazioni oltre i vari relatori.
Gli ultimi studi scientifici svolti nelle opere di Giotto, quest’ultimo evento e la storica sua portata, reduci dell’ulteriore pubblicazione del volume da me curato con la collaborazione di M. Daniela Lunghi “Giorgione rivelato”, edizioni Grafiche Antiga 2016, patrocinato dalla Regione Veneto, dalla Provincia di Treviso e dal Comune di Castelfranco Veneto, presentato il 16 settembre 2016 presso il museo Casa Giorgione a Castelfranco Veneto, sicuramente faranno arrossire e abbassare il capo ai due massimi esperti delle opere di Gino Rossi e a coloro che li hanno inconsapevolmente sostenuti. L’arte di Gino Rossi come quella dei su menzionati grandi artisti e tutti gli altri da me studiati in questi ultimi quindici anni è pregna di "impronte" grafiche nascoste nel manto pittorico quali segni identificativi univoci.
L’affresco della Basilica Superiore a Assisi ‘Esaù respinto da Isacco’ è stato sinora vittima degli errori accademici in quanto attribuito ad altri, mostra oggi inderogabilmente la firma di Giotto di Bondone, il quale tramanda in una scritta segreta, anche il giorno il mese e l’anno nel quale lo eseguì: il 1315, non il 1291-95 come sinora erroneamente suggerito.