Leonardo "Pastore nell'atto di tosare una pecora"

Studio 'sommesso' relegato in un angolo della stanza, e lo faccio per un bene comune, per la Storia dell'Arte, per quelle menti che non hanno la conoscenza e che ritengo sia corretto la guadagnino con il mio insegnamento. Studio accompagnandomi, per non sentirmi solo, con della musica spesso di qualità, pacata e vera, magari di un tempo non recente, eseguita con grande professionalità.
IN DIRETTA sintonia con gli antichi Maestri di pittura, quegli artisti che, complessi come Leonardo da Vinci, ci insegnano che la nostra mente è elaborata, non usata a fondo per meglio comprendere le 'vere' sfaccettature del nostro pensiero, della vita stessa.
Quattordici anni di studio assiduo su quest'opera mi portano ora, migliorato in questa disciplina occulta, a cogliere cose sopite da oltre cinquecento anni, non fruibili da menti comuni e poco avvezze al mondo scientifico, ecco allora la 'sintonia' si fa pressoché assoluta, determinante.
La piccola scritta "VINCJ", a vederla da vicino, è commovente, denota come il grande artista di Vinci abbia manipolato il finissimo pennello, i movimenti della sua mano nel realizzarla, le minute sbavature del colore, soprattutto il ductus gestuale nella sua originale grafia. Essa è piccolissima, per misurarla ho dovuto avvalermi della lente, forse 5 millimetri le sue dimensioni, realizzata con ogni probabilità con lente di ingrandimento, tanto ci teneva all'opera "Pastore nell'atto di tosare una pecora" del 1503, copiata di sana pianta dal Vasari del nord Joakim Sandrart nel 1645.
Mentre eseguo la pubblicazione sono commosso e tra me e me penso: se solo non si dovesse ingrandire in questo modo, farla notare in origine dal vero con la lente, ben composta e unita nelle lettere 'belle piene' per come la osservo direttamente nel quadro, sarebbe meglio.
Luciano Buso 27 settembre 2024